Profilo e interessi di ricerca |
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Il mio percorso professionale inizia nel 1996 come consulente Andersen per la gestione di progetti nell’ambito del Knowledge Management. Durante quel periodo, fino al 2001, ho avuto modo di comprendere sul campo una serie di problematiche che hanno poi costituito il fulcro delle mie successive attività di ricerca. Tra queste: la tensione tra l’esigenza di centralizzare / codificare la conoscenza, e la spinta alla sua localizzazione all’interno di contesti sociali specifici; il rapporto tra dinamiche sociali e l’adozione delle nuove tecnologie. In quel periodo una serie di collaborazioni con l’Università di Trento (sfociate nella mia prima pubblicazione [25] e nella presentazione ed acquisizione di un progetto di ricerca finanziato dal Fondo Unico della Provincia Autonoma di Trento) mi hanno portato ad abbandonare, nel 2001, la consulenza per entrare nel mondo della ricerca. Per le mie competenze vicine al mondo dell’impresa e del management, ho coordinato il progetto (EDAMOK) che nasce proprio con l’obiettivo di sviluppare i temi di ricerca emersi nel periodo 1996-2001. In particolare la mia ricerca segue due filoni: |
· Indagare la natura intrinsecamente distribuita della conoscenza organizzativa, in contrapposizione agli approcci tipicamente centralizzanti che vengono sviluppati nelle iniziative di Knowledge Management. In questo senso l’eterogeneità dei sistemi di competenze, dei linguaggi e delle pratiche organizzative viene proposta non solo come un fatto con cui dobbiamo avere a che fare, ma soprattutto come un’opportunità di generazione del valore [4, 9]. Viene proposto quindi un approccio al KM denominato Distributed Knowledge Management [8]; |
· Indagare il rapporto problematico tra tecnologia e dinamiche sociali in particolare guardando alla scuola strutturazionista. Da questo punto di vista viene formulata l’ipotesi secondo la quale il fallimento dei sistemi tradizionali di KM nasce da una contraddizione tra i processi di generazione della conoscenza impliciti in tali sistemi (centralizzanti) e la natura dei processi di apprendimento organizzativo (distribuiti) [15]. Di converso, viene proposta un’architettura tecnologica distribuita basata su una logica PeerToPeer [20, 22, 23] e capace di supportare l’iteroperabilita’semantica tra diverse rappresentazioni locali della conoscenza [5]. Questa stessa architettura viene anche proposta per la gestione della conoscenza in ambienti fisici geograficamente distribuiti (ambient intelligence) [19, 27]. |
La necessità di rendere conto non solo della distribuzione e dell’eterogeneità della conoscenza organizzativa, ma anche delle dinamiche attraverso le quali gli attori organizzativi giungono a produrre conoscenze stabili e condivise, ha spinto piu’recentemente la mia indagine verso aspetti maggiormente legati ai temi dell’epistemologia organizzativa. In particolare, la mia indagine vuole evidenziare un filo conduttore che lega i processi di stabilizzazione del significato nelle organizzazioni alla razionalità retrospettiva e, quest’ultima, ai processi di ragionamento influenzati da costi affondati. La mia tesi di partenza, sostenuta in [29] attraverso intense attività sperimentali, e’che il ragionamento influenzato da costi affondati non e’affatto irrazionale, ma al contrario e’alla base dei processi di sensemaking organizzativo in situazioni ambigue, ovvero, di una forma di “razionalità costruttiva” [13, 14]. L’obiettivo a tendere, come proposto in [30], e’ quello di mostrare come i processi di stabilizzazi one (o revisione) del significato trovino una motivazione economica nella presenza (o meno) di costi affondati e, inoltre, come l’escalation irrazionale possa rappresentare un modo per vincolare gli attori organizzativi alle interpretazioni che producono. Da un punto di vista tecnologico, tali riflessioni possono contribuire da un lato alla modellizzazione dei processi di ragionamento nei sistemi software [21, 28], dall’altro alle riflessioni in atto nell’ambito del Semantic Web, quali i processi di convergenza semantica nella produzione di standard [3]. Su queste basi nascono una serie di attività quali la partecipazione al Gruppo di ricerca che coordina le attività didattiche e di ricerca della laurea specialistica in Net-Economy della Facoltà di Economia dell’Universita’di Trento, e il coinvolgimento nella Network of Excellence del Sesto Framework Knowledge Web. Inoltre sono oggi in fase di valutazione o predisposizione una serie di progetti di ricerca interdisciplinari sia con soggetti privati (Trenitali a) che pubblici nazionali (FIRB) e internazionali (Sesto Programma Quadro). Tra questi ultimi si segnala: un Interreg IIIB sul Knowledge Management in ambito wireless, una Research Training Network sul Distributed Knowledge Management, un integrated Project sull’innovazione, uno Strep-FET sulla negoziazione del significato. |